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DOAC: Le poche condizioni in cui dosarne l’attività e come interpretarne i risultati


La misurazione astratta dell'attività diretta degli anticoagulanti orali (DOAC) non è necessaria di routine ed è scoraggiata nella maggior parte dei pazienti.

La loro misurazione può essere utile in situazioni di emergenza come eventi emorragici gravi, necessità di procedure invasive urgenti e ictus ischemico acuto o nella gestione dell'anticoagulazione in "popolazioni speciali" non adeguatamente studiate negli studi clinici, ad esempio gli anziani o quelli agli estremi del peso corporeo.

Allego tre tabelle da tenere sempre sottomano per interpretare i risultati.


I farmaci attualmente a disposizioni sono quattro: un profarmaco che agisce sulla trombina attiva libera e legata al coagulo (dabigatran) e tre inibitori diretti del FXa (rivaroxaban, apixaban ed edoxaban). Essi presentano un picco di azione comune dopo due ore, mentre la loro emivita dipende varia da 12 ore (dabigatran e apixaban) a 24 ore (rivaroxaban ed edoxaban) ed è influenzato dalla loro escrezione epatica e renale.


I test per misurare l’attività

PT e PTT non attendibili per misurare l’attività dei DOAC, il loro livello non si correla con l’attività del farmaco.

Tutti i test della coagulanzione possono essere influenza dai DOAC, quindi la valutazione per trombofilia o diatesi emorragica vanno eseguito dopo qualche giorno di sospensione e mai in corso di evento trombotico acuto.

Esistono test specifici utili per valutare la concentrazione plasmatica di DOAC che può essere utilizzata in base al farmaco in fase di valutazione.

Dabigatran: dTT , test dell’ecarina

Apixaban, Rivaroxaban, Edoxaban: attività anti Xa


Quando dosarli?

La dose del farmaco non va aggiustata di routine sulla base dei valori del farmaco, ma prima di iniziare il trattamento valutare sempre PT, aPTT, funzionalità epatica e creatinina.

· Prima di una procedura chirurgica, se l’intervento non è differibile e il paziente presenta un elevato rischio di accumulo per insufficienza renale.

· Prima della terapia trombolitica in pazienti con ictus in terapia con DOAC. Se la trombolisi viene effettuati in costanza di terapia anticoagulante in range terapeutico il rischio di sanguinamento intracranico aumenta di 5 volte, superando il beneficio di una terapia salva-disabilità ( e non salvavita).

· Recidive trombotiche o eventi emorragici in corso di terapia anticoagulante ben condotta, in assenza di fattori di rischio evidenti ( es. interferenze farmacologiche o peggioramento della funzione renale o epatica) o in pazienti con pesi estremi esclusi dalla maggior parte degli studi di registrazione













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