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Immagine del redattorediego tonello

Ipertensione e disfunzione sessuale. Don't miss the chance!



" How are you John?"
" Not good, Doctor, it's alway 6.30!"

Oltre un miliardo e mezzo di persone al mondo è iperteso, con conseguente aumento del rischio di malattie cardiache, cerebrovascolari e renali.



Il danno vascolare può manifestarsi anche con disfunzione erettile (DE), che presenta una stretta associazione con l'ipertensione arteriosa come riconosciuto della Società Europea dell'Ipertensione che ha creato un gruppo di lavoro dedicato all'argomento, diventato tema di numerosi incontri internazionali.

La DE ha una prevalenza del 15-20% nella popolazione generale, che raddoppia negli ipertesi. La disfunzione sessuale, può alterare la qualità di vita dei pazienti che presentano ansia da prestazione, perdita dell'autostima e rischio di evoluzione verso un disturbo depressivo.


Molti di questi pazienti sospendono autonomamente la terapia anti-ipertensiva, pensando ad un effetto collaterale dei farmaci.


Le evidenze indicano che la DE è un marker prognostico per lo sviluppo di malattie cardiovascolari (46% coronaropatia, 35% cerebrovasculopatia, 19% mortalità per tutte le cause).

In tutti i pazienti in cui è possibile diagnosticare una DE di origine vascolare (è sufficiente un EcocolorDoppler con test dinamico), un inibitore del PDE-5 (PDE5i) può migliorare il quadro clinico, soprattutto se si associa un cambiamento dello stile di vita: abolizione del fumo (miglioramenti anche precoci nel 25%), calo ponderale, dieta mediterranea, esercizio fisico.

I PDE-5i sembrano promuovere l'aderenza agli anti-ipertensivi, aumentano il controllo valori pressori e riducendo il rischio cardiovascolare.


E' normale domandarsi se la DE sia secondaria ad una riduzione globale della pressione arteriosa in un'arteria compromessa o se sia effettivamente un effetto collaterali di alcuni principi attivi. Ci sono farmaci associati ad una maggiore rischio di DE, come beta bloccanti e diuretici, mentre nebivolo e sartani sembrano avere un profilo migliore.

L'associazione sartano + PDE-5i, anzi, sembra essere più efficace dei singoli farmaci.

Il nebivololo è un beta-bloccante di terza generazione in grado di potenziare la biodisponibilità dell'ossido nitrico endoteliale con un effetto di vasodilatazione che si manifesta anche nei corpi cavernosi.


I PDE5i portano ad una vasodilatazione mediata dal nitrossido di cui viene ridotta la degradazione, e i diversi principi attivi hanno caratteristiche peculiari che permettono una prescrizione personalizzata.

Sildenafil e Vardenafil hanno un'azione che di manifesta dopo 20 min. ed una durata di 4-12h

Il Tadalafil ha una durata d'azione fino a 36h. Avanafil, invece, ha un inizio di azione immediata e una durata di 6 h, presentando così un profilo di sicurezza maggiore.

L'associazione dei PDE-5i con vari anti-ipertenvi ha dato risultati positivi in diversi studi clinici.

La risposta nei pazienti con multipli fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, dislipidemia, diabete mellito, obesità, sindrome metabolica) risulta del 60-70%.

Anche nei pazienti con malattia coronarica la risposta ai PDE-5-i è risultata efficace e sicura con eventi avversi lievi (rossore al viso, dolore, palpitazioni, rinite, capogiri, dispepsia, nausea), indipendentemente dai farmici ipertensivi utilizzati. Gli studi che hanno confrontato sidenafil e placebo non hanno evidenziato un aumento rischio di sindrome coronarica acuta e l'evidenza in letteratura mette sullo stesso piano la sicurezza anche degli altri PDE5i. Il rischio maggiore è l'ipotensione sintomatica se utilizzati in concomitanza con i nitrati e, in minor misura, con alpha bloccanti non uro-selettivi (in questo caso meglio usare dosaggi ridotti e mantenere 6 h di distanza dalla somministrazione del PDE5i).

La DE può precedere di 3 anni la diagnosi di cardiopatia ischemica e un quarto dei pazienti con DE presenta test ergometrico positivo.

E' probabile che lo stesso carico aterosclerotico presenti effetti più precoci sulle arterie cavernose che hanno calibro ridotto rispetto alle coronarie.

Questo significa che una volta diagnosticata una DE di origine vascolare, il paziente va indirizzato ad un cardiologo per un test da sforzo, e va intensificata la correzione dei fattori di rischio cardiovascolare.

Le società internazionali stanno proponendo un largo studio clinico per valutare l'incidenza della DE e il trattamento con PDE5i nei pazienti ipertesi, alla luce delle attuali linee guida che propongono come prima scelta una terapia di associazione di due principi attivi.


Puntiamo ad un dialogo aperto con i nostri pazienti, informandoli della disponibilità di un trattamento efficace e sicuro per la DE, pensando che abbiamo una chance non solo per migliorare la loro qualità di vita, ma anche per ridurne gli eventi cardiaci futuri.

www.diegotonello.com

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