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Immagine del redattorediego tonello

Trombosi venosa (per niente) superficiale






Nel tempo hanno suggerito diverse terapie per il trattamento della trombosi venosa superficiale degli arti inferiori.

Da terapia locale con soli impacchi caldo-umidi, calza elastica, anti-infiammatori e terapia anticoagulante a dosi diverse (profilattica, intermedia e terapeutica) sia con EBPM, Fondaparinux o Anticoagulanti


Lo scopo principale del trattamento è quello di dare sollievo al paziente e di evitare il rischio di sviluppare una trombosi venosa profonda o una embolia polmonare


Quando la trombosi è di estensione limitata ( < 5 cm) sembra essere sufficienti gli antiinfiammatori e la calza elastica

Quando la trombosi è più estesa ( >5 cm) il rischio di tromboembolismo la terapia anticoagulante sistemica sembra più protettiva.

La trombosi venosa superficiale che si estendere alla crosse safeno-femorale (dai 3 ai 5 cm) viene considerata empiricamente una trombosi venosa profonda e le attuali linee guida consigliano il trattamento per 3 mesi con anticoagulanti a dosaggi terapeutici, anche alcuni studi sembrano mettere in dubbio questa indicazione con esiti favorevoli anche con dosaggi profilattici.

Resta comunque controindicata la crossectomia.


Una recente revisione sistemica ha valutato il trattamento ottimale per le trombosi venose superficiali estese >5 cm e lontane dalla crosse safeno-femorale.



Il trattamento che più sicuro ed efficace appare una terapia anticoagulante a dosaggio profilattico per 45 giorni, indipendente dal farmaco utilizzato (EBPM o Fondaparinux) Trattamenti per periodi inferiori si sono rivelati più pericolosi con tassi di TEV superiori.


Ma la trombosi venosa superficiale deve essere inquadrata in un panorama più ampio.


1. Una trombosi venosa su vena sana è un indice importante di trombofilia, come pure una trombosi discendente o migrante o su vaso varicoso in paziente mobilizzato senza dermatite da stasi o edema all’arto inferiore.


2. Inoltre, non è possibile pensare di dare una terapia anticoagulante, anche se a dosi profilattiche, senza un minimo di esami ematochimici.


3. E non si prescrive una calza elastica senza valutare il sistema arterioso, per il rischio di svelare un’ischemia critica nel peggiore dei modi.


Non basta prescrivere un’iniezione e una calza, dobbiamo farci carico di un paziente che è sempre stato bene con le sue vene finchè qualcosa ha alterato il suo equilibrio emostatico.

Poggiata la sonda, impariamo a farci le giuste domande.


Fare la differenza è possibile.

Buona lettura.


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