Si sono susseguiti nel tempo diversi studi sul trattamento della trombosi venosa profonda distale. Ti segnalo una metanalisi recente, Come spesso succede, quando ci vogliono troppe evidenze per dimostrare un beneficio clinico netto significa che siamo in bilico tra benefici e effetti collaterali della terapia.
I dati degli studi sembrano dirci che il trattamento della TVP distale appare efficace nel ridurre la sua progressione in TVP prossimale, mentre gli effetti sulla riduzione del tasso di embolia polmonare e sulla sopravvivenza è discutibile.
I pazienti su cui investire maggiormente con un trattamento a pieno regime sono soprattutto i pazienti oncologici, in cui TVP distale e TVP prossimale presentano prognosi e storia naturale simile. Ma sono anche i pazienti che sanguinano di più. In questi casi, comunque, il gioco vale la candela.
Negli altri pazienti, il trattamento per tre mesi sembra associarsi maggiormente ad un beneficio sul rischio di recidiva di TVP distale asintomatica e sulla (rara) sindrome post trombotica.
Il trattamento con DOAC per tre mesi sembra presentare un buon profilo di efficacia, superiori ad EBPM e warfarin. Ma attualmente sono in corso studi con dosaggi dimezzati di DOAC che ci daranno risposte più convincenti.
Perché ne discutiamo tanto?
Le TVP distali rappresentano dal 30 al 50% delle diagnosi di tromboembolismo venoso. Le diagnosi di TVP distali sono soprattutto ambulatoriali, su pazienti giovani, candidati ideali al trattamento con DOAC. L’interesse delle ditte farmaceutiche è, come possiamo immaginale, notevole.
Dobbiamo restare critici e attenti. Soprattutto quando si deve trattare un paziente con TVP distale ed il rischio emorragico è molto elevato. Questi pazienti meritano una terapia individualizzata e una sorveglianza maggiore.
Si muore più di emorragia che di embolia polmonare
Fare la differenza è possibile.
Buona lettura.
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