La vertigine è la sensazione falsa o distorta di movimento.
Circa il 20% delle persone ha presentato nell’arco della sua vita un episodio di vertigine.
Le vertigini acute rappresentano fino al 5% di tutti i ricoveri al pronto soccorso.
Distinguere una malattia di Meniere da un attacco ischemico transitorio del circolo posteriore è estremamente difficile, in quanto solo un paziente su 10 presenta deficit neurologici di accompagnamento.
L’ipoperfusione del circolo posteriore può portare a deficit neurologici sfumati, come una transitoria debolezza di lato prima dell’evento vertiginoso e questi disturbi recidivanti possono precedere di mesi un’ischemia del cervelletto o del tronco encefalico.
Una diagnosi corretta consente di introdurre la terapia ottimale in grado cambiare il destino dei nostri pazienti.
La causa più comune è la vertigine posizionale benigna da cupolitiasi, che si può facilmente svelare con la comparsa di nistagmo dopo cambio posizionale del capo (manovra di Dix-Hallpike)
La vertigine isolata comunque rimane una sfida diagnostica, che spesso non porta ad una diagnosi conclusiva.
Gli attacchi di vertigini ricorrenti potrebbero essere un importante segno neurologico focale prima di un ictus ischemico vertebro-basilare acuto; tuttavia, solo una minoranza di pazienti ricoverati per vertigini vengono successivamente dimessi con diagnosi di ictus vertebro-basilare.
In questi pazienti, i deficit neurologici associati agli attacchi di vertigini prima dell'ictus dipendono principalmente dai territori vascolari interessati. L’ischemia del cervelletto, principalmente perfuso dall'arteria cerebellare posteriore-inferiore (PICA), si può manifestare anche solo con vertigine isolata. La vertigine associata a debolezza degli arti sembra maggiormente associata a stenosi dell'arteria basilare che diminuisce drasticamente la perfusione del midollo.
Riconoscere una vertigine “ischemica” offre l’opportunità di prevenire fino al 70% un successivo ictus del circolo posteriore attraverso una terapia ottimale ( antiaggregazione, statina e controllo dei valori pressori)
Solo il 3% delle vertigini sono legate da un ictus, ma nel 65% dei casi la diagnosi di ictus posteriore viene mancata.
Meravigliosa e divertente questa mappa diagnostica pubblicata ad Agosto 2022 su BMJ.
In breve, quando le vertigini ci devono far pensare ad un ictus posteriore?
-quando sono continue
-Quando sono associate a deficit neurologici (diplopia, disartria, disfagia, debolezza facciale o delle gambe, perdita del sensorio, atassia acuta grave dell’andatura).
-Quando è presente nistagmo, perdita improvvisa dell’udito o cefalea di nuovo riscontro
-Se c’è stato un trauma del collo (dissezione vertebrale)
Quando comunque la vertigine va approfondita?
-Quando c’è vomito, cefalea, febbre, stato confusionale, astenia, dispnea o cardiopalmo
L’ecocolorDoppler dei tronchi sovraortici nelle vertigini.
La stenosi dell'arteria vertebrale può essere difficile da identificare, diagnosticare e trattare a causa della sua variabilità e natura tortuosa. Le cause più comuni stenosi dell'arteria vertebrale sono l’aterosclerosi, la dissezione e la compressione da parte di strutture ossee. Altre cause non comuni sono date da sindromi fibromuscolari, neurofibromatosi e l'arterite a cellule giganti.
Lo studio circolo posteriore richiede una integrazione con ecocolorDoppler transcranico per valutare la confluenza delle arterie vertebrali, l’arteria basilare e l’origine delle PICA.
Distinguere tra ipoplasia, dissezione o occlusione distale è estremamente difficile in un settore che è visualizzato spesso solo a tratti.
Sebbene l’ecocolorDoppler sia uno strumento di screening appropriato, economico e non invasivo, angioTC e angio RM sono indispensabili per confermare la diagnosi.
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